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Pianazzola, cullati tra i monti

Pianazzola è appoggiata ad un monte, con quegli occhi pieni di storie che solo gli anziani sanno avere. E veglia, veglia silenziosamente sulla Valchiavenna e la Val Bregaglia, tanto indaffarate a tirare sera, mentre lassù il tempo scorre adagio e i respiri si fanno lenti.

Ci si arriva percorrendo 9 tornanti e si giunge ad un piccolo parcheggio dove è possibile lasciare la macchina. Da lì si procede a piedi.

Innanzitutto consiglio di guardare giù, la vista dei tetti che si affacciano sulla valle merita uno sguardo, come merita il dissetarsi alla fontana che precede l’ingresso del paese, alla quale si accede attraverso un sentiero immerso nel verde. L’acqua di altura è un’acqua carica di forza, un’acqua piena di racconti che riempiono il cuore, peccato non berla!

Fin dai primi passi ho avvertito magia, quella magia data dalla forza della natura che circonda questo splendido luogo, lo custodisce e lo salvaguarda dalle bruttezze del nostro tempo. Qui i rumori della città sembrano inesistenti, i colori sono tenui e armoniosi, i boschi intorno paiono cullarci e sostenere il nostro respiro. Si attraversa il cortile di fronte alla chiesa in silenzio, quasi a non voler dar fastidio, quasi a non voler rompere chissà quale incantesimo grazie al quale ci sentiamo sereni e sollevati.

 

Pianazzola conta più o meno una quarantina di abitanti, durante l’estate qualcuno in più, gente che torna nelle case dei nonni, giovani coppie amanti dei piccoli borghi, avventori alla ricerca di un luogo fermo nel tempo nel quale godere del silenzio. Un solo b&b/ristorante a riempire gli spazi della vecchia scuola, chiusa nei primi anni ’80, offre ristoro tutto l’anno a viandanti di ogni sorta. Nessun altro negozio purtroppo.

Perdersi tra i vicoli è d’obbligo, percorrere su e giù le innumerevoli scalette, ammirare la bellezza delle costruzioni di un tempo fatte per attraversare i secoli, condividere momenti negli spazi comuni, le piazzole, i muretti, le panchine sulle quali riprendere fiato; sorridere al passaggio di bambini schiamazzanti che rincorrono una palla, osservare un gatto sonnecchiante all’ombra di un vaso ricolmo di fiori, dimenticandoci per un po’ chi siamo, allontanando la frenesia e il baccano dei luoghi dai quali proveniamo, godendo della religiosa semplicità di un borgo raccolto tra le montagne, in preghiera, un borgo che va cercato, che va raggiunto, che va ammirato in tutto il suo autentico splendore.

  

 

  

Non conoscevo Pianazzola fino a pochi giorni fa, oggi invece la consiglio a tutti coloro che si trovano a passeggiare tra le valli e le alture della provincia di Sondrio, alla ricerca di una meta insolita che si visita in un’oretta su per giù.

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